Giappone: la nuova recessione e “Il mistero dell’inaspettato"; un breve esame degli “esperti”16/12/2014
Alcuni record della Abenomics Da Japan's Abe Wins In Landslide Victory, LDP To Have Supermajority According To Exit Polls Quarta recessione dal 2008 Record del divario tra i salari a valore reale ed a valore nominale. Vi spiego “Il mistero dell’inaspettato"; il Giappone cade nuovamente nella recessione; il pannello di esperti sotto esame Da Global Economic Analisys
Dopo due trimestri consecutivi di contrazione del PIL, il Giappone è ufficialmente ricaduto nella recessione. Il PIL è crollato dell’1.6% su base annua. Senza correzione per l’aumento dei prezzi, l’economia giapponese si è contratta di un 3 per cento annualizzato, ha affermato il Consiglio dei Ministri. Niente di tutto ciò era “previsto”. Capiremo il motivo tra poco. Prima prendiamo in considerazione alcuni titoli. Bloomberg: Il Giappone entra inaspettatamente in recessione dopo l’aumento delle tasse di Abe. Wall Street Journal: Il Giappone cade in recessione. Il PIL scende del 1.6%, con un rinvio di un (altro) aumento delle tasse sulle vendite. Time: Il Giappone cade in recessione (di nuovo). Relazione del Time... Un’inaspettata contrazione del PIL dell’ultimo trimestre mostra che il radicale programma economico del Primo Ministro Shinzo Abe è fallito miseramente. Il PIL del trimestre conclusosi a settembre è crollato dell’1.6% — molto, molto peggio delle previsioni generalmente attese. Ciò ha seguito una disastrosa contrazione del 7.3% nel precedente trimestre. La polemica in Giappone è così forte che Abe dovrà ricorrere alle elezioni anticipate dopo soli due anni di incarico. Financial Times: Le tasse sulle vendite rimandano in recessione il Giappone Relazione del Financial Times... Il Giappone è pronto alle elezioni anticipate (ad oggi già tenute - ndr) dopo che la sua economia è stata piegata da una recessione tecnica, aumentando le probabilità che il primo ministro Shinzo Abe cancelli il piano dell’aumento delle tasse sulle vendite della nazione, e che si faccia ricorso ad un nuovo mandato. I risultati preliminari del lunedì nel periodo tra luglio e settembre sono stati di gran lunga peggiori di quanto il mercato si aspettasse, mostrando che l’economia è affondata dell’1.6 per cento su base annualizzata. Gli analizzatori si aspettavano una crescita del 2.2 per cento. Il calo è dovuto alla “Abenomics”, il tentativo più ambizioso di ridare vita all’economia del Giappone dopo la caduta nella stagnazione di due decenni fa. Aspettative vs. realtà 1. Aspettativa: il grande crollo dell’ultimo trimestre è stato un caso isolato. 2. Aspettativa: 2.2% di crescita durante questo trimestre. Al contrario, l’economia del Giappone è crollata dell’1.6% e l’ultimo trimestre è passato da un meno 7.1% ad un meno 7.3%. Il team degli esperti sotto esame Flashback 31 agosto 2013: Il Giappone cerca di aumentare le tasse e poi spreca soldi per rimediare al declino della spesa. Il mio commento: "Quando si sceglie un team, e il team darà un esito predeterminato, gli esiti sono sempre quelli che si poteva aspettarsi. Come c’era da aspettarsi il team di esperti di Abe ha stabilito che gli aumenti delle tasse non avrebbero fatto danni. E per essere sicuri, come se non bastasse, il team ha suggerito di sprecare quei dollari come incentivi. Grandi!" Flashback 30 aprile 2014: Il risultato del Giappone e il declino dei nuovi ordinativi più forte dal 2012; Abenomics sotto esame Il mio commento: "La Abenomics sosteneva che gli sforzi per gli incentivi in Giappone avrebbero compensato gli aumenti delle tasse. Mi trovavo in disaccordo. Sebbene un solo mese non costituisca una prova, Markit riporta il risultato giapponese e il declino dei nuovi ordini per la prima volta in 14 mesi in seguito all’aumento delle tasse." Flashback 8 settembre 2014: L’economia giapponese si contrae più dell’atteso 7.1% nel secondo trimestre; Teorie davvero pessime Il mio commento: ”Ormai dovrebbe essere piuttosto chiaro che la Abenomics è un fallimento totale. La Abenomics non ha incentivato i prestiti, gli investimenti, le assunzioni, o l’aumento dei salari. Il suo è un “successo” propagandato. E per i consumatori con pochi soldi che devono affrontare tasse più alte questo presunto “successo” è un vero e proprio disastro. A settembre, ho anche commentato le “teorie davvero pessime” (da noi vedi qui e qui). Teorie davvero pessime "Teoricamente, non dovrebbe esserci un impatto a causa dell’aumento della tassa sul consumo sugli investimenti aziendali o sulla pianificazione aziendale a medio lungo termine, ma pare che un ampio numero di aziende giapponesi abbia previsto un forte impatto sulla domanda finale a causa di questo aumento ”, ha detto Junko Nishioka, economista presso la RBS Japan Securities di Tokyo. Grande. Nishioka ha delle teorie, ma sono solide come una casa con le fondamenta in una palude. Ecco una spiegazione facile da comprendere. Spiegazione in otto punti 1. La tassa sulle vendite in Giappone è cresciuta dal 5% all’8%. 2. I salari non sono aumentati. 3. I consumatori hanno il 3% di soldi in meno da spendere. 4. I consumatori con meno soldi spendono di meno. 5. Le aziende prevedendo una diminuzione della spesa per i consumi hanno ridotto i piani futuri d’investimento. 6. Abe progetta di aumentare nuovamente la tassa sulle vendite e le aziende lo sanno bene. 7. Le attese delle aziende sono negative. 8. L’andamento demografico del Giappone è tale che le aziende hanno già di per sé preoccupazioni sostanziali. Cosa di questi otto punti l’economista Nishioka non riesce a capire? Mistero spiegato Perché tutto ciò sia così “inaspettato” è apparentemente un mistero. Gli aumenti delle tasse sulle vendite non stimolano l’economia, non importa quanto il governo sprechi. E non bisogna essere un genio o scrivere una sinossi di 8 punti per capirlo. E allora perché questa notizia è apparsa così “inaspettata” in pressochè ogni trimestre? Ho due risposte. 1. Gli economisti sono le persone più ottimiste del pianeta. Credono a quello che vogliono credere. 2. L’economista tipico crede anche nelle favole monetariste e keynesiane. Il Giappone è la prova vivente dell’assoluta stupidità della Abenomics (una combinazione della stupidità keynesiana e monetarista), e nonostante ciò per il mondo accademico, come conclude l’economista Paul Krugman, "il Giappone non ha fatto abbastanza". Apparentemente, il debito del 250% del PIL contro la deflazione non era abbastanza. Neanche il 500% sarebbe stato abbastanza, per ovvie ragioni. Ma non aspettatevi che qualche pagliaccio keynesiano o monetarista lo ammetta. Non smetteranno mai di credere nelle favole. Global Economic Analysis Vedi anche: MONETARISMO, ABENOMICS, QE E PROPOSTE PER UN SALARIO MINIMO: UNA CATTIVA IDEA PORTA AD UN ALTRA, ED UN'ALTRA ANCORA. - PARTE 1 LA TESI DEL PAESE DELLE MERAVIGLIE VS. LA REALTA' - PARTE I I commenti sono chiusi.
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AutoreFrancesco Perini Categorie
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